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Vorrei semplicemente segnalarvi questo post sulla teoria della coda lunga.
Con gli esempi esposti risulta chiaro come nel web ogni azienda possa avere il proprio spazio su prodotti di nicchia se vi è una corretta strategia di fondo.

Attraverso il gruppo di Facebook “L’Italia che Innova” mi sono imbattuto in quest’analisi interessante sul blog di Giorgia Petrini autrice del libro omonimo L’Italia che innova 10 giovani leader 10 segreti del loro successo

L’obiettivo primario dell’uso della webanalytics è quello di verificare e monitorare l’efficacia degli sforzi che stiamo facendo attraverso le attività di posizionamento nei motori di ricerca, di web marketing,ecc.
Ovviamente tutto questo per capire se abbiamo realmente dei ritorni sui nostri investimenti di tempo e denaro.

Ci sono vari modi per verificare questo.
Uno dei più semplici consiste nel definire gli obiettivi nel nostro software di web analytics.

Per obiettivo possiamo definire un’azione che l’utente che visita il nostro sito compie raggiungendo una determinata pagina: ad esempio la pagina dei contatti , la pagina di download di una demo, la pagina di un form da compilare, ecc
Nel primo caso ogni volta che un utente raggiunge la pagina dei contatti incrementiamo gli obiettivi raggiunti nelle statistiche della webanalytics.

Ogni nostra strategia cercherà di migliorare il numero di obiettivi raggiunti. La webanalytics ci aiuterà a capire quali sono i comportamenti dei nostri visitatori e definire un’adeguata reazione nell’ottica di un miglioramento continuo.

Le varie piattaforme di web analytics offrono la possibilità di eseguire questo monitoraggio in modo differente.

Con Google Analytics è molto semplice: basta utilizzare i segmenti avanzati, selezionare la voce “visite con conversioni” e non resta che analizzare le pagine, le keyword, le sorgenti che generano un numero maggiore di conversioni.

Si è svolta la scorsa settimana a Roma una riuscita conferenza organizzata da Google per le onlus per la tutela dei minori.

Nell’occasione Google ha promosso ed illustrato una serie di servizi gratuiti dedicati alle organizzazioni no profit.

Tra questi servizi, Google Grants, che tradotto in parole molto povere è Google Adwords con un bonus di 10000 dollari mensili gratuiti per ogni onlus in click sponsorizzati, ha focalizzato l’attenzione dei partecipanti.

Considerando che potenzialmente questa offerta è rivolta a circa 4000 onlus in Italia, possiamo facilmente intuire le cifre di cui stiamo parlando e di cui bigG è l’elargitore.

Una ghiotta occasione quindi per tutte le organizzazioni per raggiungere attraverso Google una buona visibilità.

Tutte le informazioni sono raggiungibili all’indirizzo www.google.it/grants.

Da molti anni collaboro con l’ Associazione Davide Onlus www.davide.it. Conosco personalmente Don Ilario ed i suoi ragazzi e tutti gli sforzi che fanno per sostenere il progetto Davide.
Per chi non conoscesse ancora cosa è il filtro Davide 2.0 vi propongo questo filmato tratto da Tg2 Dossier di qualche mese fa.
 

Ritengo questo progetto molto importante e da padre purtroppo verifico giornalmente che si debba sempre più proteggere i nostri bambini dalle scempiaggini e dai pericoli che affliggono la rete.
Dico purtroppo perchè sono innamorato del mio lavoro e ritengo la rete un enorme potente mezzo per l’umanità, ma come in tutte le cose c’è sempre il rovescio della medaglia.
Quindi aiuto nel mio piccolo marginalmente il progetto Davide ed attualmente insieme ai ragazzi stiamo studiando come incrementare e migliorare il traffico proveniente dai motori di ricerca.
L’uso dei filmati postati su YouTube è un ottimo mezzo per promuovere il proprio business ed è uno degli argomenti che maggiormente mi stanno appassionando in questo ultimo periodo.
In un’appropriata dose di marketing mix e viral marketing, Youtube viene sempre più efficacemente utilizzato dalle aziende per autopromuoversi con bassi investimenti.
In questo caso siamo molto fortunati perchè grazie a Mamma Rai abbiamo a disposizione un filmato con i controfiocchi, ma nella maggior parte dei casi bastano veramente pochi investimenti per creare e montare filmati di discreta fattura e poter aprire sul mondo la propria impresa.

Recentemente mi è capitato, durante l’acquisto di frutta e verdura, di notare impresso su un bel melone un codice alfanumerico lungo una decina di caratteri.
Intorno allo stesso melone sul nastro adesivo dell’azienda agricola produttrice era esplicitamente indicato l’invito a recarsi sul proprio sito web, inserire il codice e scoprire tutti i dati relativi alla vita del melone dal campo fino alla vendita.
Effettivamente nel sito ho trovato più informazioni di quante me ne aspettassi (vi era addirittura l’indice della quantità di zuccheri presenti al momento del raccolto) e devo sinceramente dire che in questo caso il sistema di tracciabilità del prodotto è decisamente funzionale.
L’azienda agricola, certificata ISO9002, espone orgogliosamente nel proprio sito questa capacità di fornire ai propri clienti tutte queste informazioni….

…. peccato però che il melone non sia stato di nostro gradimento (o meglio ho mangiato molti meloni decisamente migliori di questo di cui non conoscevo la storia della sua filiera).

Mi sono occupato per 12 anni di progettazione di componenti elettronici e quindi le certificazioni (ISO, QS,…) erano all’ordine del giorno.
Ho sempre pensato che fosse un bel sistema per creae carta, documentazione che avesse come obiettivo quello di aiutare a produrre prodotti il più simile tra loro possibile … ma non prodotti di qualità.
Infatti tutta la documentazione, le specifiche che puntualmente si creavano per fornire agli operatori le modalità con cui produrre i componenti realizzavano un sistema in grado, se correttamente seguite ed interpretate, di riprodurre prodotti simili con parametri elettrici e meccanici che rientrassero in una distribuzione studiata a tavolino.

Ma questo non è sinonimo di qualità! La qualità è creare un prodotto che incontri le esigenze e le attese del mercato.
La qualità non è creare prodotti tutti uguali che disattendono i desideri dei clienti!

Per estendere il campo di indagine, anche le certificazioni nel settore informatico le ho sempre reputate carta straccia. Il mondo si divide in chi sa le cose e le riesce ad applicare e chi non le sa e non è sicuramente una certificazione a stabilire chi sa (ad esempio pur avendo una certificazione CCNA di reti ne capisco veramente poco).

Sono ormai 10 anni che non mi occupo più di queste cose (fortunatamente), ma il melone che ho mangiato ha rafforzato quello che ho sempre pensato.

Stamattina mi è arrivata la seguente email:

Caro Proprietario del Sito Revolutionet.it,

Vorremmo acquistare spazi pubblicitari sul vostro sito per i nostri clienti. Qualora fosse interessato, la prego di volermi contattare per discutere la proposta nei dettagli .

La ringrazio e la saluto cordialmente,

Marina Deplano

Ci sono molte cose che insospettiscono in una email del genere (mancanza di recapiti telefonici e non, mancanza di un indirizzo di posta professionale, ecc…) ma basta una semplice ricerca in Google ed ecco il giusto link per svelare ogni arcano .

Normalmente questa frase è la premessa a qualsiasi discussione sul web. Tutto quello su cui si dovrebbe concentrare la discussione, ovvero su cosa si desidera ottenere da un sito, su quali sono i target di riferimento per il settore e tutto quello che normalmente uno del mio mestiere dovrebbe cercare di carpire dall’ipotetico cliente, segue.
Purtroppo questa è la frase che spesso mi viene rivolta. Ovviamente sarà senz’altro capitato anche a voi se fate il mio stesso lavoro.
E purtroppo è la frase che fondamentalmente mina l’ipotetico progetto direttamente alle fondamenta.
Se l’aspetto più importante di un progetto è puramente il costo, ma quale pensate che sia l’utilità di una presenza in internet?
Ho trovato navigando in internet una piccola guida “Il sito web nella piccola impresa” : in un mondo ideale c’è tutto quello che si dovrebbe fare ma in un mondo di budget limitatissimi diventa una bella favola.

il biscotto della fortunaSimone attraverso il suo blog http://simone.cabrino.it/2008/05/21/per-fare-soldi-e-fortuna/ propone un esperimento per alcuni versi simile a quello del leopardo smarrito (https://antoleo.wordpress.com/2008/05/07/ho-perso-leo/). Sarà interessante vedere la propagazione di questo esperimento.

Simone fra qualche giorno ci fornirai qualche dato?

Quando si parla di web marketing, ottimizzazione per i motori di ricerca e tutte le attività da seguire durante lo sviluppo di un sito web siamo sempre alla ricerca di nuovi mercati e nuovi canali di vendita.

In realtà spesso dimentichiamo che le aziende sul web non sono solamente visibili (o invisibili) ai clienti (potenziali e non) ma  anche ai fornitori.

Poter reperire nuovi fornitori facendoci trovare e non cercando è un indubbio vantaggio in termini di tempo e di conseguenza di riduzione dei costi.

Se poi aggiungiamo anche  la possibilità di ridurre i costi delle materie prime ecco che i vantaggi si incrementano.

Ricordiamoci sempre:  si possono fare buone vendite solo se abbiamo acquistato le materie prime al prezzo più conveniente, alla giusta qualità ed al momento giusto.

Presenziare con il nostro sito web nelle prime posizioni di un motore di ricerca per la parola/frase chiave attinente la nostra attività assume anche un valore di competenza nel settore soprattutto per i nostri fornitori.

Quindi cerchiamo di sforzarci nello studiare le giuste parole chiave immaginando l’attività di ricerca dei nostri clienti ma anche di quella dei fornitori.

Ricordiamo inoltre che i nostri fornitori sono spinti dal desiderio di instaurare rapporti commerciali con la nostra azienda: lasciamo aperti i canali di comunicazione,  non roviniamo la reputazione acquisita in rete non rispondendo alle richieste pervenuteci.

Soprattutto se si lavora in settori di nicchia si possono avere piacevoli sorprese e fare buoni affari direttamente con piccoli produttori bypassando  intermediari e quindi riducendo la lunghezza della filiera produttiva.

Le vie della rete sono infinite.

 

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